mercoledì 6 marzo 2013

Il viaggio di Pinocchio


Allora, sto partecipando a un altro concorso di illustrazione.
Ho deciso di partecipare a più concorsi possibile: nella peggiore delle ipotesi non si vince nulla, ma almeno faccio un po' di allenamento.
Certo, dopo aver visto le tavole selezionate al concorso Salani (le trovate QUI), ho deciso che le selezioni sono fatte con un criterio talmente imperscrutabile che alla fine c'è la probabilità che una volta o l'altra si vinca qualcosa se non altro per puro culo.
Io avevo partecipato con quella qui sotto, 




che non mi convinceva del tutto, perché a prima vista mi ricordava le copertine dei gialli Mondadori, e il genere del romanzo è invece un po' diverso.




Vabbè, tornando a Pinocchio, ho deciso di preparare una tavola da mandare a questo concorso, il cui tema è "Pinocchio e il viaggio".
Fortunatamente ne ho da poco ripassato le vicende, grazie alla meravigliosa (anzi M E R A V I G L I O S A) lettura che ne ha fatto l'immenso Paolo Poli su "ad alta voce" di radio tre (QUI).

Il tema, in apparenza insignificante, alla fine si è rivelato di una complessità quasi insormontabile, tanto che avevo deciso di lasciar perdere (poi ha prevalso la vecchia regola degli esami dell'università: se hai pronto qualcosa di più o meno tollerabile, vai comunque all'esame, che c'è sempre il fattore culo di cui sopra).

La difficoltà sta innanzitutto nel fatto che Pinocchio credo sia il romanzo più illustrato del mondo: lo ha illustrato l'inarrivabile Ferenc Pinter 



che non si può nemmeno pensare di prendere a modello.
Lo ha fatto anche Scarabottolo (nel quale mi vorrei reincarnare in una prossima vita),






solo per citarne due di un milione.

Altra difficoltà è il "tono" da dare ai disegni: vorranno dei disegni per bambini, e quindi un po' più didascalici, o  sarà meglio fare un po' di ricerca, e proporre qualcosa di più trasgressivo?
Sarà premiata l'aderenza a modelli consolidati (Disney, per dirne uno: io da quando ho compiuto 15 ani lo trovo rivoltante), o piuttosto un "ritorno alle origini", a Chiostri, che rappresentava il gatto e la volpe come dei veri animali, non antropomorfi insomma? 
Il viaggio è quello dello spostamento da un punto all'altro, o da un tempo a un altro, o è invece il viaggio interiore del burattino? 

Insomma, un casino.

Qui di seguito vari schizzi e prove, prima di arrivare alla versione finale.