lunedì 30 gennaio 2012

150 e non sentirli

"Varcata la breccia di Porta Pia (1870) gli indiani si imbatterono in molti problemi di carattere politico, geografico e ferroviario, tutti insolubili. 
La letteratura non poteva non riflettere questo momento di notevole perplessità. 
In Giosuè Carducci l'India nuova trovò la sua voce; la sua bellezza era la bellezza del suo popolo, la sua forza brutale era largamente condivisa. Il comune senso del pudore, la cupidigia verbosa, il gusto del travestimento e il patriottismo della sua poesia sono l'eco stessa di quel nuovo e complesso essere che sorgeva: il cittadino indiano".

J.R. WILCOCK "I due allegri indiani", Adelphi Milano 1973*



Ho riposto gli addobbi natalizi un po' in ritardo quest'anno, anche se con la neve di questi giorni mi sarebbe venuta voglia di ripiazzarne almeno qualcuno. 
Già che c'ero ho tolto anche la bandiera che avevo appeso lo scorso anno sul minibalcone.
Quando, imbevuto di spirito patriottico, la comprai e collocai, P. obiettò che si dovrebbe celebrare tutti i giorni il nostro Paese, non solo una volta ogni tanto. 
A me però sembra che festeggiare il proprio compleanno tutti i giorni sarebbe come non celebrarlo mai.
Lo scorso anno a me è sembrato bellissimo che tutte la case avessero la loro bandierina appesa al balcone, mi faceva pensare che a questo Paese che ci ha tutti i suoi problemi c'erano ancora ancora tante persone che volevano bene.

e per il momento gliene voglio ancora anche io.

*leggetelo: è pazzesco










domenica 29 gennaio 2012

my blueberry nights, ovvero crostata al ramasìn

farina 500g, zucchero 200g, burro 125g, uova 2, lievito 1 bustina,  latte qb, limoncello un goccio
marmellata ai ramasìn
fuori neve
in tele my blueberry  nights by wong kar wai

lunedì 23 gennaio 2012

perle in strada

post in collaborazione con diverse special guests: l'amica emigrata a berlino, e gli amici liz & andy.
in sottofondo muri e pietre di san donato...

giovedì 19 gennaio 2012

amicizia



"Essendo uno dei sentimenti più difficili e più labili conviene subito stabilire 
se ciò che vi spinge verso l'altra persona è amicizia o simpatia. 


Ricordatevi che nel primo caso avrete dei doveri. 
Amicizia vuol dire che si può contare su di voi anche quando avete un appuntamento con una bella bionda o con l'uomo della vostra vita. 


Sulla base di questo esempio, 
riflettete su quanti amici avete e su quante sono le persone delle quali vi va di essere amico".


LINA SOTIS Bon Ton; nuovo dizionario delle buone maniere. mondadori 1984

Che compito difficile, Lina.
Certo, una volta fatto dà grandi soddisfazioni.


lunedì 16 gennaio 2012

pazzi, cavalli e città





SBB una volta, alle fine di uno spettacolo teatrale, diceva che Torino è proprio un paesone.
Non me la sono sentita di darle torto, anche perché in effetti che sia una città (ancora) provinciale è un'opinione abbastanza diffusa: io per esempio mi emoziono sempre quando al cinema proiettano un film girato qui (ultimo episodio: "l'industriale" visto sabato) o quando leggo su un giornale un articolo che ne parla.

In effetti l'ultimo episodio riguarda un disegno di Sonia Pulido,




che illustra un bell'articolo di Enrique Vila-Matas su "El País"dove si  parla di libri, di pazzi, di cavalli e della città: 

"la ciudad de Turín, que me había impresionado por su sobria belleza, racionalidad, armonía arquitectónica, arcadas inmemoriales, extrema seriedad. [...] En esa ciudad del norte de Italia tan contenida como elegante, en realidad bastante francesa por la larga sombra de los Saboya, me había llamado la atención también la serenidad de su vida cotidiana, que se intuía como un peligroso creador de imprevistos dislates o de sobrecogedores estallidos de locura como el de Friedrich Nietzsche cuando en diciembre de 1889 salió de su hotel y en la esquina de Via Cesare Battisti con Via Carlo Alberto se abrazó al cuello de un caballo que era castigado por su dueño y lloró".

l'articolo parla anche di Pavese, naturalmente, e  penso alle parole che N. Ginzburg dedica all'amico, e alla città in uno dei suoi libri che amo di più ("le piccole virtù"): 

"la nostra città, del resto, è malinconica per sua natura. Nelle mattine d'inverno, ha un suo particolare odore di stazione e di fuliggine, diffuso in tutte le strade e in tutti i viali: arrivando al mattino la troviamo grigia di nebbia, e ravviluppata  in quel suo odore. Filtra qualche volta, attraverso la nebbia, un sole fioco, che tinge di rosa e di lilla i muchi di neve, i rami spogli delle piante [...]. Se c'è un po' di sole, e risplende la cupola di vetro del Salone dell'Automobile, e il fiume scorre con un luccichìo verde sotto ai grandi ponti di pietra, la città può anche sembrare, per un attimo, ridente e ospitale: ma è un'impressione fuggevole. La natura natura essenziale della città è la malinconia,: il fiume, perdendosi in lontananza, svapora in un orizzonte di nebbie violacee, che fanno pensare al tramonto anche se è mezzogiorno: e in qualunque punto si respira quello stesso odore cupo e laborioso di fuliggine e si sente u fischio di treni".

Insomma, volevo postare un disegno e mi ritrovo a parlare di pazzi, cavalli e città: forse un giorno mi troveranno abbracciato a un cavallo in piazza carlo Alberto.









giovedì 12 gennaio 2012

bcn mon amour 2

a volte tra gli edifici moderni,
spunta qualche tenero reperto di archeologia urbana


"la palma", la mia vecchia casa
con sotto la fontana più antica di BCN (pare)


l'edificio della calle Pelayo
che tanto mi impressionò quando arrivai in città la prima volta

bcn mon amour


Pare che il senso dell'olfatto sia il più persistente nella memoria.

mi accorgo di quanto sia vero quando ritorno nelle città: di Londra ricordo il profumo di asfalto che si sente ovunque passeggiando per le strade, 
di New York quello di cibo, e quell'odore rancido ma buono della caffetteria del museo Metropolitan; 
di Barcellona il profumo di detersivo e la puzza di fogna.

la piazza di Sant Just, con la mia vecchia casa  a sinistra

Di questi odori di Barcellona conservo un ricordo affettuoso; ogni volta che torno mi danno la sicurezza che qualcosa di quello che ho vissuto è ancora lì ad aspettarmi.
Della prima casa in cui vissi ricordo il forte odore di detersivo per la lavatrice che si sentiva già dal vestibolo d'ingresso, e che ho riconosciuto l'altro giorno quando sono tornato dopo tanto tempo a prendere un tè con L. che vive ancora lì.

L'odore di fogna è talmente diffuso, leggero ma persistente, che alla fine ho finito per affezionarmici: ho un bel ricordo di quando uscivo alla sera dallo studio nel Pueblo Seco e ne venivo assalito.
Alla fine anche questo fa parte del Genius Loci, o di quello che in un libro di socilogia urbana chiamavano "aura della città".

Del resto, "We are all in the gutter, but some of us are looking at the stars".

arte urbano


gita della domenica alle barracas del carmel: meraviglioso


tapeo en el bar de toda la vida


il tortell de reis comprato nella mia pasticceria preferita


gita per architetti



mercoledì 11 gennaio 2012

piacere!



il blog di j. (o x.?) e d. che dalla piccola Bari di Francia commentano i films.
cool cool cool

feliç any nou

m. y  p. che fan di barcellona un posto ancora più fico 


Anno nuovo, ritorno alla realtà.

Con il ritorno dall'ormai tradizionale viaggio a BCN (a cura dei carissimi m. y p.), fine della festa.
E delle feste.

Ancora una volta mi ritrovo a pensare che le vacanze estive siano sopravvalutate rispetto a quelle di Natale: d'invero puoi mangiare come un lupo senza angoscia di fallire la prova costume, puoi passare 15 giorni su un divano a guardare un milione di films senza che nessuno ti biasimi perché non sei stato ai Caraibi, o a Sharm o nel Blocco Sovietico, vedi gli amici per delle gran cene, merende, pranzi e té, nelle vacanze di Natale puoi sciare, in città è tutto aperto sempre (qua d'estate non è esattamente un villaggio vacanze), ci sono i saldi e insomma io sono felice.

Buon anno.