venerdì 1 giugno 2012

diamonds are a girl's best friend

"Nel segreto del suo gabinetto di Harley Street, uno dei miei amici, specializzato in chirurgia cranica, un giorno aprì un Inglese. 
Vi scorse dapprima una corazzata di Sua Maestà, poi un impermeabile, una corona regale, una tazza di tè, un dominion, un poliziotto, lo Statuto del Reale e Antico Golf Club di St. Andrews, un soldato del Reggimento dei Coldstream Guards, una bottiglia di whisky, la Bibbia, l'orario Calais-Mediterraneo, un'infermiera dell'Ospedale di Westminster, una palla da cricket, un po' di nebbia, un lembo di terra su cui non tramonta mai il sole, e bene in fondo nel suo subcosciente, tappezzato d'erba secolare, un gatto a nove code e una scolaretta con le calze nere. Meno spaventato che cosciente di aver com-messo una deplorevole indiscrezione egli non chiamò né Scotland Yard né la Squadra del Buoncostume: richiuse.
E si limitò a constatare che tutto ciò formava un Inglese veramente buono".

P. DANINOS,  il  carnet del maggiore Thompson, ELMO  Milano 1955


Non ho mai fatto mistero del fatto che A D O R O la regina, il té e tutto ciò che può indurre anche solo lontanamente a pensare alla Gran Bretagna. 
Sìsì va bene Parigi, va bene Barcellona (che amo), van bene New York e Berlino, ma il posto che rimane sempre nel mio cuore, la mia meta spirituale, è sempre lei, Londra.

Questo weekend le regina celebra il suo giubileo di diamante e io sarò al mare quindi non lo potrò vedere (né in tele  di persona); lo celebro qui e allego alcune righe di un (altro) libro che ho letto da poco e mi ha fatto molto ridere:

"D'un tratto, nell'arco di un istante, mi resi conto cos'era che amavo della Gran Bretagna — e cioè tutto. Ogni piccola cosa, buona o cattiva: la Marmite, le sagre paesane, i vicoletti, la gente che dice « Non ci possiamo lamentare » e « Sono terribilmente spiacente, ma... », le persone che si scusano con me dopo che io le ho distrattamente urtate con il gomito, il latte nelle bottiglie di vetro, i fagioli sul pane tostato, la fienagio-ne a giugno, l'ortica, i moli sul lungomare, le cartine Ordnance Survey, le borse dell'acqua calda come beni di prima necessità, le domeniche piovigginose. Tutto. Che luogo magnifico. Maledettamente assurdo, certo, ma assolutamente adorabile. In quale altro paese, dopotutto, avrebbero potuto chiamare delle località con nomi come Too-ting Bec e Farleigh Wallop, o avere un gioco come il cricket che dura tre giorni eppure non sembra cominciare mai? Quale al-tro paese non troverebbe assolutamente nulla di strano nel far indossare ai propri giudici dei parrucchini o nel far sedere il Lord Cancelliere su una cosa chiamata Woolsack, sacco di lana, o andrebbe fiero di un suo ammiraglio il cui ultimo desiderio in punto di morte era di farsi baciare da un tipo di nome Hardy (...)? Quale altra nazione al mondo avrebbe potuto darci William Shakespeare, i tortini di maiale, Christopher Wren, il Windsor Great Park, l'università per corrispondenza, i forum radiofonici sul. giardinaggio o i digestive al cioccolato? Nessuna, ovviamente".

B. BRYSON,  Notizie da un'isoletta, GUANDA , Parma 2004






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