"Nel segreto del suo gabinetto di Harley Street, uno dei miei amici,
specializzato in chirurgia cranica, un giorno aprì un Inglese.
Vi scorse
dapprima una corazzata di Sua Maestà, poi un impermeabile, una corona regale,
una tazza di tè, un dominion, un poliziotto, lo Statuto del Reale e Antico
Golf Club di St. Andrews, un soldato del Reggimento dei Coldstream Guards, una
bottiglia di whisky, la Bibbia, l'orario Calais-Mediterraneo, un'infermiera
dell'Ospedale di Westminster, una palla da cricket, un po' di nebbia, un lembo
di terra su cui non tramonta mai il sole, e bene in fondo nel suo
subcosciente, tappezzato d'erba secolare, un gatto a nove code e una
scolaretta con le calze nere. Meno spaventato che cosciente di aver com-messo
una deplorevole indiscrezione egli non chiamò né Scotland Yard né la Squadra
del Buoncostume: richiuse.
E si limitò a constatare che tutto ciò formava un
Inglese veramente buono".
P. DANINOS, il carnet del maggiore Thompson, ELMO Milano 1955
Non ho mai fatto mistero del fatto che A D O R O la regina, il té e tutto ciò che può indurre anche solo lontanamente a pensare alla Gran Bretagna.
Sìsì va bene Parigi, va bene Barcellona (che amo), van bene New York e Berlino, ma il posto che rimane sempre nel mio cuore, la mia meta spirituale, è sempre lei, Londra.
Questo weekend le regina celebra il suo giubileo di diamante e io sarò al mare quindi non lo potrò vedere (né in tele né di persona); lo celebro qui e allego alcune righe di un (altro) libro che ho letto da poco e mi ha fatto molto ridere:
"D'un tratto, nell'arco di un istante, mi resi conto cos'era che amavo
della Gran Bretagna — e cioè tutto. Ogni piccola cosa, buona o cattiva: la
Marmite, le sagre paesane, i vicoletti, la gente che dice « Non ci possiamo
lamentare » e « Sono terribilmente spiacente, ma... », le persone che si
scusano con me dopo che io le ho distrattamente urtate con il gomito, il latte
nelle bottiglie di vetro, i fagioli sul pane tostato, la fienagio-ne a giugno,
l'ortica, i moli sul lungomare, le cartine Ordnance Survey, le borse dell'acqua
calda come beni di prima necessità, le domeniche piovigginose. Tutto. Che luogo
magnifico. Maledettamente assurdo, certo, ma assolutamente adorabile. In quale
altro paese, dopotutto, avrebbero potuto chiamare delle località con nomi come
Too-ting Bec e Farleigh Wallop, o avere un gioco come il cricket che dura tre
giorni eppure non sembra cominciare mai? Quale al-tro paese non troverebbe
assolutamente nulla di strano nel far indossare ai propri giudici dei
parrucchini o nel far sedere il Lord Cancelliere su una cosa chiamata Woolsack,
sacco di lana, o andrebbe fiero di un suo ammiraglio il cui ultimo desiderio in
punto di morte era di farsi baciare da un tipo di nome Hardy (...)? Quale
altra nazione al mondo avrebbe potuto darci William Shakespeare, i tortini di
maiale, Christopher Wren, il Windsor Great Park, l'università per
corrispondenza, i forum radiofonici sul. giardinaggio o i digestive al
cioccolato? Nessuna, ovviamente".
B. BRYSON, Notizie da un'isoletta, GUANDA , Parma 2004
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