lunedì 20 febbraio 2012

a Cat




Oh fiera independiente
de la casa, arrogante
vestigio de la noche,
perezoso, gimnástico
y ajeno,
profundísimo gato,
policía secreta
de las habitaciones,
insignia
de un
desaparecido terciopelo,
seguramente no hay
enigma
en tu manera,
tal vez no eres misterio,
todo el mundo te sabe y perteneces
al habitante menos misterioso,
tal vez todos lo creen,
todos se creen dueños,
propietarios, tíos
de gatos, compañeros,
colegas,
discípulos o amigos
de su gato.

Yo no.
Yo no suscribo.
Yo no conozco al gato.
Todo lo sé, la vida y su archipiélago,
el mar y la ciudad incalculable,
la botánica,
el gineceo con sus extravíos,
el por y el menos de la matemática,
los embudos volcánicos del mundo,
la cáscara irreal del cocodrilo,
la bondad ignorada del bombero,
el atavismo azul del sacerdote,
pero no puedo descifrar un gato.
Mi razón resbaló en su indiferencia,
sus ojos tienen números de oro.

PABLO NERUDA  Oda al gato


martedì 14 febbraio 2012

pieghe di sud


Pieghettando un origami celebrativo si possono intraprendere molte strade della mente.
E così, ieri, la mente ha preso ancora una volta la strada più lontana e più conosciuta.
Sullo stesso sentiero c'era Franco Arminio (qui il suo blog):

"Il Sud che cerco ogni giorno è annidato nei paesi più sperduti, il Sud che resiste dove c'è poca gente, dove ci sono gli alberi, erbacce, cardi, il Sud che vive ancora solo dove è più dimesso, il Sud che non crede alla pagliacciata del progresso, il Sud dei cani randagi, dei vecchi seduti sulle scale, delle case di pietra incollate in lunghe file che si attorcigliano. Questo Sud vive ancora solo nell'interno ma bisogna andare a cercarlo. Ci vuole che non ci sia città, che non ci sia pianura, ci vuole che non ci sia l'industria o l'industria dell'agricoltura, ci vuole che non ci siano uffici o grandi scuole e strade dritte e mare e serre e nani nei giardini.
Il Sud che amo ha più di ottant'anni e rughe non lisciate, è una tribù di reumi e bastoni, è ugualmente lontano dall'Europa e dall'Africa, è una terra di magie arrangiate, di cimiteri sempre ampliati, di piazze livide e rancorose."

Franco Arminio, Terracarne, Mondadori 2011

Il sud che amo io ha dentro tanti amori vecchi e nuovi: facce, piazze, mani, alberi, odori, pietre, freddi, binari, terre, e tanto altro.

Buon san valentino a tutti quelli che come De Andrè, hanno spesso l'impressione di innamorarsi di tutto



lunedì 13 febbraio 2012

microcasa

Ho sempre pensato che un detto che si adattava bene alla casa in cui vivo, fosse l'ariostesco "parva sed apta mihi", anche se a ben vedere per essere veramente adatta a me, anziché avere una superficie di 17,5 metri quadrati (compreso un micropogiòlo), un bagno sul balcone, essere priva di riscaldamento ed essere in realtà una cellula all'interno della casa del mio vicino, dovrebbe avere qualche centinaio di stanze, tutte con vista su un parco etc. 


Sabato mattina però ero sul microdivano e guardandomi intorno mi è sembrata (come molte altre volte del resto) una casa bellissima.








Forse in effetti più che ad Ariosto dovrei fare riferimento a D'annunzio: 


niuna casa è sì piccola
che non la faccia grande 
un grande abitatore.





venerdì 10 febbraio 2012

mettiamociunapezza



oggi fra le maglie della rete è arrivata questa notizia: http://mettiamociunapezza.wordpress.com/about/
quando la maglia diventa cura dello spazio pubblico, attenzione civile, memoria, gesto, sogno... manidoro c'è!

mercoledì 8 febbraio 2012

zibaldone

colonna sonora: inverno 

Ho un libro che mi prestò la mia amica R. e che parla "degli inglesi": un capitolo divertente è quello sul "weather speech", il parlare del tempo che tanto appassiona i britannici, i quali apparentemente cadono in preda al più profondo imbarazzo quando il discorso si sposta da "che bella giornata" a "come stai?" (del resto la privacy l'hanno inventata loro).

In questi giorni anche qua il tema del tempo (leggi: della neve) è un argomento irrinunciabile di ogni conversazione, fino a diventare quasi intollerabile. 
Dico quasi, perché ho accumulato un po' di materiale che non so come archiviare, pertanto lo espongo qui di seguito:


il mio autoritratto mentre vado a fare un rilievo in una mattina di neve 





No, io son nato per l’inverno (11 Agosto 1927)

No, io son nato per l’inverno,
per il grigio e il freddo che mi serra d’intorno
per starmene raccolto a stringere sul cuore la mia fiamma
povera fiamma vacillante.
La bella natura
Che si scalda e vive decisa
Al sole, ai colori più sani,
datrice agli eletti di pensieri ed opere forti,
inesorabile come la vita,
universale piena,
a me (piangete o miei poveri sogni)
dà smarrimento e stanchezza,
a me spegne ogni fiamma, fonte più pura.

C. Pavese





foto: M. Epifani

foto: M. Epifani

foto: M. Epifani


e per chi non è ancora saturo una bella bella pubblicazione monografica sul tema, a cura di museotorino.

Da adesso possiamo parlare d'altro. 




martedì 7 febbraio 2012

a Carlo Dickens




Oggi la mia radio preferita dedica ogni programma alla memoria di Carlo Dickens, nel duecentesimo anniversario della sua nascita.

Da quando il programma del liceo non mi ha più imposto di farlo, ho letto con grande piacere i libri di Dickens: i “facts, facts, facts” di Tempi Difficili, la vita lacrimevole di Oliviero Twist sono letture che mi hanno fatto ridere e pensare (piangere no, perché non sono incline).

Il libro che più mi ha appassionato è però il resoconto meraviglioso, assurdo ed esilarante delle avventure di Pickwick. 
Curiosamente, a questa imponente lettura associo nella mente il viaggio in Cile che feci appena laureato; M. mi regalò i due grandi, vecchi volumi di carta velina, forse proprio in occasione della laurea, e quando partii per il Cile decisi che avrei avuto abbastanza tempo per dedicarmi alla lettura (lì le distanze sono immense, e ci muovevamo in autobus).

Del resto all’epoca si era diffusa la moda, per chi appena laureato passava le giornate alla ricerca di un lavoro, di cimentarsi con letture colossali: più d’uno lesse Anna Karenina, o Guerra e Pace o Il signore degli Anelli.

Io scelsi Picwick, e fu meraviglioso: una traduzione elegantissima, le battute incomprenisbili di Sam Weller (ho appena scoperto che hanno dato il nome a una nuova parola: wellerismi), le descrizioni della vecchia Inghilterra, il linguaggio pomposo e divertente mi condussero in un viaggio parallelo: ero In Cile nel 2004 e nella campagna inglese nel 1830.

Allora capii come Faceva Salgari a scrivere delle Tigri della Malesia senza muoversi dalla collina di Torino.

lunedì 6 febbraio 2012

vin d’orange, ovvero profumo d’estate in inverno



ingredienti: 5 bottiglie di vino rosato ,400 cl di alcool puro, 1 kg di zucchero di canna, 8 arance, 2 limoni, un tocchetto di vaniglia, una grattata di noce moscata

arance e limoni tagliati a tocchetti + vino + alcool + zucchero + vaniglia + noce moscata
lasciare macerare per 21 giorni al buio
gustare fresco per l’aperitivo

profumo d’estate in inverno.