Eccoci ancora una volta alle prese con una nuova arrivata, questa volta in primavera...
Per lei qualcosa di colorato e giocoso, un portaciuccio giallo!
Il primo piano sull'uccellino a fiori
e per chiudere il pacchetto e naturalmente.. benvenuta Emma!
martedì 13 maggio 2014
lunedì 14 aprile 2014
sete giapponesi e bottoni
Uno dei ricordi più belli che ho portato con me dal Giappone è certamente quello legato ai tessuti. Le grafiche, i colori e la fattura: lì ho toccato sete che non ho incontrato in nessun altro posto. Le più belle e preziose sono certamente quelle antiche. Nello zaino al ritorno avevo un sacchetto con degli spezzoni di antichi kimono. Questa collana è fatta con uno degli scampoli.
Alla seta giapponese ho abbinato una manciata di bottoni che stavano sparsi dentro una delle buste che mi aveva regalato mia zia Paola (ricco bottino di una gita al mercato). Eccoli, dunque, i bottoni e una parte del piccolo tesoro delle sete orientali.
E infine, la collana indossata in una mattina di primavera.
venerdì 21 marzo 2014
ti riempio di botti
Le botti in questione sono quelle di cui si riempirà il museo Unicum di Budapest.
Queste botti sono state illustrate da me e da altri prodi giovani artisti durante una serata (devo ammettere abbastanza simpatica) che si è tenuta alla Fonderia Napoleonica di Milano.
Inizialmente l'idea di performance live, in serata VIP (definizione dell'agenzia organizzatrice), a Milano non mi sorrideva troppo, ma poi l'idea di incontrare gli amici V, G e R, oltre che Fr e Gh che sarebbero stati lì a fare foto e video, ha avuto la meglio (insieme a una vile considerazione di natura pecuniaria sulla quale soprassederei).
Senza contare che nell'ultimo numero di Creative Review, dedicato all'illustrazione, si sostiene che la live illustration agli eventi è il dernier cri definitivo.
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ecco la prova |
Insomma: serata carina, colleghi simpatici e perfino, in alcuni casi, socievoli (qualità apparentemente da aborrire per essere un vero illustratore di grido, motivo per cui temo che non diventerò mai famoso), drinketti free e amici in giro... io mi son divertito.
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versione 1 in cui ho cercato di imbucare la solita Louise Brooks, rifiutata |
Qui un po' di foto della faccenda, realizzate dagli ottimi OFFICINA38, con me e i miei colleghi (Valeria Salvo, Simone Bubbico, Michela Pennesi e Typophrenic) e Isabella Zwack, proprietaria di Unicum, che è una vera sagoma.
e un selfie Hollywood style con los amigos.
P.S.: se proprio non sapete cosa fare per cinque minuti, votatemi qui
https://www.unicum.it/
ciaociao
lunedì 17 marzo 2014
amo la Sicilia* torta pistacchio, ricotta e cioccolato
Avevo tantissimi pistacchi che mi aveva portato mia mamma da
un suo viaggio a Siracusa e ho cercato in giro per il web delle ricette.
Nessuna mi ha convinto e allora ho pensato a un abbinamento di profumo siculo
pitacchio+ricotta+cioccolato (giusto un po'). Ed ecco il risultato (nella foto
qui sotto vedete il binomio Mani D'oro sullo sfondo)
ingredienti per la base della torta: pistacchi tostati (ma
non salati) 300gr, farina 00 50gr, amido 50gr, zucchero 250gr, burro 80
gr, uova 6, vermouth 1/2 bicchiere, lievito per dolci 1 bustina; ingredienti per la farcia: ricotta (io ho usato quella di
mucca) 300gr, panna montata 200gr, scorzetta di limone; ingredienti per la copertura: cioccolato fondente 200gr,
acqua 100ml, zucchero a velo 50gr, una noce di burro
Tritare finemente i pistacchi (devono risultare una granella sottile, da potersi incorporare ad un impasto, ma non troppo da non sparire). Lavorare con le fruste (o la planetaria se ce l'avete) i tuorli con lo zucchero per una decina di minuti. Aggiungere il burro fuso intiepidito e poi il vermouth, la farina, l'amido, il lievito e i pistacchi. Infine, mescolando dall'alto verso il basso, gli albumi precedentemente montati a neve molto ferma.
Cuocere a 180 gradi in forno statico per 40 minuti (e
comunque sempre a prova di stecchino). Mentre la base cuoce preparare la farcia. Montare la panna
molto bene (dopo averla tenuta qualche minuto in freezer). Passare la ricotta
nel passino a mano. Mischiarle lentamente senza far smontare la panna.
Aggiungere 2 o 3 cucchiai di zucchero (a piacimento) e una grattugiata di
scorzetta di limone.
Una volta cotta la base, lasciarla intiepidire e tagliarla
in tre strati. Riempire con la farcia inumidendo la torta con una bagna leggera
di acqua, zucchero e un pochino di vermouth (o rum se preferite). In ultimo preparate la glassa come quella della sacher torte
(procedimento qui) e rivestitela. Per la decorazione ho fato qualche spennellata con il
cioccolato fuso sulla carta da forno e ho usato la granella di pistacchio.
Eccola durante una cena con gli amici:
fotografie della fedele amica S. e dell'altra manina :)
entrambi invitati alla cena.
mercoledì 5 marzo 2014
let's go fishing
L'amico M, (meglio noto al grande pubblico come l'animatore di questo celebre blog) mi ha commissionato un disegno per illustrare un programma di cene a base di pesce "buono, pulito e giusto" (se non avete colto la citazione, qui un aiutino).
Come spesso accade, il collagino fatto in tre secondi e mezzo alle 7,30 di mattina mi piace quasi più della versione definitiva, anche perché nel farlo avevo in testa una canzone che molto mi piacque in gioventù, e di cui ricordavo solo qualche parola:
Let's go fishing for a dream
Let's find some place new
Somewhere we can be ourselves
Some of the time
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altro schizzo, scartato |
giovedì 27 febbraio 2014
hard & soft
La cosa più ovvia sarebbe stata fare dei render tridimensionali, ma non c'era tempo per farli fare e del resto a me non sono mai piaciuti molto.
Capisco bene che in molte occasioni siano un complemento indispensabile al progetto, però anche questi rapidi schizzi hanno fatto la loro figurina, in alcuni casi addirittura con un certo successo.
Potrei scrivere tante cose su quello che penso del disegno come strumento per il progetto, ma c'è chi l'ha fatto al posto mio con una certa efficacia
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Enzo Mari, LEZIONI DI DISEGNO, Rizzoli |
martedì 25 febbraio 2014
il gusto del progetto
Quello del *progettare* è un gusto molto speciale. Negli anni
ho capito che è uno dei fil rouge della mia vita, che va ben al di là di un titolo di
architetto. È qualcosa che mi accompagna sin da piccola. Il piacere di inseguire
un’idea, sceglierla fra le altre mille che ti frullano in testa e darle
concretezza. E a quel punto prendere un foglio, fare uno schizzo e cercare
soluzioni, possibilità, materiali.
Solo dopo nel caso del cucito si passa ad un vero o e
proprio disegno tecnico, squadre e matita alla mano. Arrivare a maneggiare il tessuto è una conquista. Il resto è
storia di forbici, impunture, cuciture, prova e riprova. in questo caso sono partita da ipotesi teoriche, nessun modello, solo idee.
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